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Corpo,
emozioni, comunicazione: il corpo e il mare Il corpo pensato davvero (desiderato, amato) non è solo splendente superficie, ma è anche misteriosa profondità. Il corpo è molto profondo: esattamente come il mare. Come il mare anche il corpo ha i suoi contorni, le sue insenature e le sue baie tranquille, i suoi fiordi lunghi e misteriosi, e vastità improvvise. L'orizzonte del corpo si allarga sempre, quanto più ci inoltriamo in esso tanto più l'orizzonte si sposta e si dilata in limiti mobili, talvolta rassicuranti nella loro apparente compiutezza, talvolta ansiogeni nella loro continua mobilità. Come la brezza sfiora il mare, cosi le mani sfiorano il corpo in un contatto che anche quando vuol essere attuale e concreto in realtà sprofonda nella 'liquidità" del corpo che è sempre al di là perché, come l'acqua, anchesso ci sfugge letteralmente dalle dita. Anche il corpo come il mare ha la sua calma piatta, sembra esprimere talvolta solo noia, attesa sfibrante e sfibrata; ma sotto questa apparente bonaccia continuano a passare le correnti: i pesci vagano nel corpo-mare a volte numerosi come nuvole, a volte solitari e filanti come squali. La vita nel corpo passa, fluisce, muore e si rigenera come un infinito sommerso che possiamo percepire soltanto a stento e se siamo consapevoli che anche il silenzio vive e l'immobilità assoluta è una finzione, una apparenza che illude. Come il mare ha bisogno degli occhi che lo sappiano riconoscere mare, così il corpo senza gli occhi dell' Altro non è corpo. Il corpo non appare, non esiste come tale nell'ignoranza e nella disattenzione quotidiana. Solo la consapevolezza chiara e selettiva rende vivo e vero il corpo. E anche il mio corpo che talora appare altro da me è solo il mio corpo visto da un altro, che posso essere anche io stesso. Ma il corpo è se stesso se l'altra persona è me stesso ed è divenuta corpo unico con me, così come la pioggia è divenuta mare. Cielo e mare, corpo e sguardo sono la stessa cosa. Il cielo guarda e racchiude il mare come lo sguardo vero vede e racchiude il corpo, e là dove cielo e mare si congiungono e si confondono anche corpo e sguardo si compenetrano e si fondono in un'unica realtà. In questo trascorrere fra cielo e mare, tra sguardo e corpo, nel loro essere alla fine la stessa cosa, lì si cela il mistero, che non è tale perché è ciò che non si sa, ma perché è ciò che si sa, ma ci abbaglia, ci confonde e si ritira, sempre, al contatto Sì, il corpo è molto profondo ed è facile rendersi conto che esistono varie profondità del corpo. Certe volte è perfino possibile vedere in trasparenza il fondo di una parte del corpo. E' possibile vedere il fondo di una mano o di un piede che si lasciano pigramente scoprire: ecco le dita, le linee curve disegnate dal vento, dai secoli delle generazioni. Ecco la mobilità indifesa di una parte del corpo che si fa trasparente e sta lì, quasi ferma per una strana magia. Ma basta un raggio di sole, un riflesso che trafigga quella fissità, basta un'onda più lunga perché il corpo-mare si intorbidi, sfugga a quell'apparente presa di possesso dello sguardo, si confonda nella nebbia dell'abitudine. Il corpo non è nostro più di quanto si possa dire che il mare è di qualcuno.... E' una pia illusione che il corpo sia guidato dalla mente, perché in realtà la mente cos'è se non essa stessa corpo, fiato, corrente che passa sotterranea in ogni fibra del corpo? La gioia che sentiamo quando il nostro corpo ci porta non è a ben vedere che la verità finalmente scoperta o nuovamente riscoperta, cioè, come si dice con molta esattezza psicologica, è la verità toccata con mano, è semplicemente la felicità. Così pensiamo al corpo davvero come a qualcosa che abbiamo ereditato (nel primo e autentico senso di ereditare) da secoli di generazioni, da molti genitori che sono tutti in fila dietro di noi, dentro di noi, e poi dagli animali, dai pesci, dalle alghe, dalla terra, dallaria, dalle tempeste e dalle brezze serene, dall'acqua e dal sole (dal gioco primordiale, forse, di una originaria scintilla di energia a potenza infinita: bang!).Tutto ciò dunque e altro ancora è quella cosa vicinissima e lontanissima che diciamo semplicemente corpo. Mario DıAvino |
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