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Henry
Miller nel 1941 scrisse:
"La maggior parte degli artisti stanno annullando la vita nel loro tentativo
di afferrarla.
Hanno diviso l'uovo in due.
Io sono convinta che tutta l'arte un giorno scomparirà. Ma l'artista
rimarrà e la vita stessa diventerà non "un'arte" ma
"arte", ossia definitivamente e per sempre usurperà il campo.
In ogni senso reale noi non siamo certamente ancora vivi. Non siamo più
animali, ma certamente non siamo ancora "uomini". Sin dagli albori
dell'arte ogni grande artista ci ha ripetuto a gran voce questo concetto,
ma pochi sono quelli che hanno compreso. Quando l'arte verrà realmente
accettata cesserà di essere. E' solo un sostituto, un linguaggio simbolico,
per qualcosa di cui ci si può impadronire direttamente.
Affinché questo possa diventare possibile l'uomo deve diventare religioso,
non un credente, ma un motore primario, un dio nella verità e nell'azione.
Inevitabilmente lo diventerà.
E di tutti i percorsi lungo questo cammino l'arte è il più glorioso,
il più fecondo, il più istruttivo.
L'artista che diviene pienamente consapevole di conseguenza cessa di essere
uno. E la direzione è verso la consapevolezza, verso la cieca coscienza
in cui nessuna forma presente di vita può' possibilmente fiorire, nemmeno
l'arte." Mi sono nuovamente ricordata della congruenza fra le idee e
le ragioni di Miller e coi che Beuys stava cercando di realizzare, sebbene
in modo meno diretto...
la FORMA per la nuova "arte" è ESSERE. Questo è essenzialmente
un cammino RELIGIOSO...il CONTENUTO di questa FORMA è, e può
solo essere: AMORE
Elizabeth Thompson
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Amore é
lo scopo che diamo a un sentimento, a un mistero Parlerò dal cuore,
dal momento che questo, immagino, é il luogo in cui abbiamo bisogno
di essere per esprimersi sull'argomento attuale.
Avendo appena passato alcune settimane a contatto con la natura, trovo che
l'esercizio dello scrivere assai astrattamente sull'AMORE sia piuttosto alienante,
se non completamente inutile.
L'amore é in 'esperienza, non un'idea. Il linguaggio fallisce completamente
quando tenta di descrivere, o fare i conti con ciò che quest'esperienza
è ed in fatti, é nel volto dell'Amore, o dovremmo dire il mistero
al quale diamo il nome Amore, che il linguaggio rivela la sua grande inettutudine.
Il linguaggio, anche nelle mani del più abile poetao mistico può
solo puntare a, portarci sull'orlo di, evocare una memoria o una traccia di
un esperienza ineffabile dell'immenso innominabile mistero che giace nel cuore
della natura, o noi stessi, della realtà. Questo é qualcosa
che nessun torrente di parole e astrazioni potrà mai portarci più
vicini alla sua comprensione.
Perciò, cosa stiamo facendo?
Così ci avviamo ad articolare, usando le parole, le nostre idee su
cosa é l'amore? O sarebbe più utile immaginare un'esperienza
che possiamo condividere così che insieme in ottobre ci permetterà,
senza parole, di penetrare nel mistero. Questa é la suprema lotta,
secondo la mia opinione. Come creare una forma che ci renda capaci di realizzarne
il contenuto, che é l'AMORE.
Forse é qualcosa che state già facendo con Guggenheim Public,
ma gli avete dato un nome? Un invocazione ad unirsi con l'ignoto, in caduta
libera nel vuoto. Questo é quello che dobbiamo progettare per noi,
questo é il tipo di spazio al quale, credo, dovremmo essere d'accordo
di partecipare. Qui è dove si può trovare un luogo per la pssibilità
dell'Amore e del mistero. Questo é ciò che la profonda esperienza
della natura ci insegna.AMORE é il nome che diamo al sentimento di
comunione.
Per essere in cominione, é necessario liberarci da una posizione di
isolamento/indivivualismo/identità atomizzata. La comunicazione richiede
ai suoi partecipanti una mancanza di io individualizzato. AMORE é il
nome che diamo a quella esperienza...
In caduta libera nell'ignoto, la rete invivsibile che ci cattura é
ciò che chiamiamo AMORE.
Sono obbligata ad introdurre, come punto di partenza per una discussione su
ciò che é l'AMORE, una delle prime articolazioni occidentalisu
ciò che é l'AMORE. Questo é il passaggio spesso citato
della bibbia Cristiana, I Corinzi, capitolo 13.
Lo propongo non per motivi religiosi, ma come punto di partenza. Semra , se
ci cimentiamo con l'argomento attraverso il testo, che abbiamo bisogno di
cominciare con l' indirizzare il primo testo conosciuto per provare concretamente
ad articolare il nostro argomento:
(questa traduzione é della Bibbia della Nuova Gerusalemme)
L'Ordine di importanza nei doni spirituali
Inno all'amore
Concentrati sui doni più importanti.
E ora ti metterò davanti la via migliore di tutte.
Dato che posso parlare la lingua umana e quella angelica, se parlo senza amore,
non sono più che un rimbombo di campana o il rumore dei cimbali. E
anche se ho il potere della profezia, per pentrare tutti i misteri e la conoscenza,
anche se ho tutta la fede necessaria per muovere montagne se sono senza amore,
non sono niente. Anche se dovrei dare ai poveri tutto ciò che possiedo,
e perfino donare il mio corpo perché sia bruciato, se sono senza amore,
nessuna di queste cose mi farà del bene.
L'amore é sempre paziente e gentile; l'amore non é mai geloso;
l'amore non é presuntuoso né vanitoso, non é mai scortese
e non cerca mai il proprio guadagno, non si offende o porta rancori. L'amore
non si rallegra davanti agli errori, ma trova la sua gioia nella verità.
E' sempre pronto a concedere, a credere, a sperare e a sopportare tutto ciò
che gli aspetta.
L'amore non ha mai fine. Ma se ci sono profezie , saranno abolite; se ci sono
lingue, taceranno; e se vi sarà conoscenza, verrà fatta sparire.
Perché conosciamo solo imperfettamente, e solo imperfettamente profetizziamo;
ma una volta che la perfezione sarà arrivata, tutte le cose imperfette
spariranno.
Quando ero bambino, parlavo come un bambino, e vedevo le cose come un bambino
le vede, e pensavo come un bambino; ma ora che sono diventato un adulto, ho
finito con tutti questi mezzi infantili. Ora vediamo solo riflessi allo specchio,
semplici enigmi, ma poi vedremo faccia a faccia. Adesso posso solo conoscere
imperfettamente; ma poi conoscerò tanto quanto io stesso sono conosciuto.
Come è, così rimane: fede, speranza e amore questi tre; e il
più grande tra loro é l'amore.
*****
Mi sembra che il linguaggio simbolico qui usato si riferisca alla necessità
spostarsi al di là dell'ego individuale per sperimentare quel sentimento
che chiamiamo AMORE. In ogni paragrafo , l'insegnamento ruota attorno all'abbandono
dell'ego-non importa quanto intelligente, o potente un individuo sia, esso
non è e non ha nulla se non si arrende alla comunione.
Terminerò ora e attenderò con ansia di rispondere agli altri
riuniti in gruppo.
Elizabeth
Thompson |
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Henry Miller, in 1941 wrote:
"Most artists are defeating life by their very attempt to grapple with
it.
They have split the egg in two.
All art, I firmly believe, will one day disappear. But the artist will remain,
and the life itself will become not 'an art', but *art*,
i.e., will definitely and for all time usurp the field. In any true sense
we are certainly not yet alive. We are no longer animals, but we are certainly
not yet *men* Since the dawn of art every great artist has been dinning that
into us, but few are they who have understood it. Once art is really accepted
it will cease to be. It is only a substitute, a symbol-language, for something
which can be seized directly.
But for that to become possible man must become thoroughly religious, not
a believer, but a prime mover, a god in fact and deed. He will become that
inevitably.
And of all the detours along this path art is the most glorious, the most
fecund, the most instructive.
The artist who becomes thoroughly aware consequently ceases to be one. And
the trend is towards awareness, towards that blinding consciousness in which
no present form of life
can possibly flourish, not even art."I am again reminded of the congruence
between miller's ideas and understandings and what Beuy's was trying to accomplish,
though in a less direct fashion....
the FORM for the new 'art' is BEING. this is an essentially RELIGIOUS path.....the
CONTENT of this FORM is, and can only be: LOVE.
Elizabeth
Thompson |
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Love
is
the ame we give to a feeling to a mystery
I will speak from my heart, since
this, I would imagine is where we
need to be in order to give words to
the subject at hand.
Having just spent a few weeks deep in
nature, I find the exercise of
writing very abstractly about LOVE to
be rather alienating, if not
completely missing the point.
Love is an experience , not an idea.
Language fails completely when
attempting to describe, or come to
terms with what this expereince is&
in fact, it is in the face of Love,
or shall we say the mystery to which
we give the name of Love, that
language reveals its utter
ineptitude. Language, in the hands
of even the most skilled poet or
mystic can only point to, lead us to
the brink of, conjure a memory or
trace of an ineffable experience of
the utterly un-nameable mystery that
lies at the heart of nature, or
ourselves, of reality. This is
something no torrent of words and
abstractions can ever bring us closer
to understanding.
So, what are we doing?
So we set out to articulate, using
words, our ideas about what love is?
Or would it be more to the point to
imagine an experience that we can
share while together in October that
will, wordlessly, allow us to enter
into the mystery. This is the
supreme challenge, in my opinion. How
do we create a form which will
enable us to realize the content,
which is LOVE.
Perhaps this is something that you
are already doing with Guggenheim
Public, but have not yet named?
An invocation to commune with the
unknown, free-falling into the void&
.this is what we must design for
ourselves, this is the kind of space
that I think we should agree to
participate in. This is where a space
for the possibility of Love and the
mystery can be found. This is what
deep experience of nature teaches us.
LOVE is the name we give to the
feeling of communion.
In order to commune, it is necessary
to release oneself from a position of
isolation/individualism/atomized
identity. Communication requires of
its participants, a loss of
individualized self. LOVE is the name
we give to that experience& ..
Free-falling into the unknown& .
the invisible net that catches us is
what we call LOVE.
I am compelled to introduce, as a
departure point for a discussion on
what LOVE is, one of the first known
articulations in the West of what
LOVE is. This is the oft-quoted
passage from the Christian bible, I
Corinthians, chapter 13.
I offer this not for any religious
reasons, but as a starting point. It
seems, if we are going to grapple
with this subject through text, that
we need to begin by addressing the
very first text known to concretely
try to articulate our subject:
(this translation is from the New
Jerusalem Bible)
The Order of importance in spiritual
gifts
Hymn to Love
Set your mind on the higher gifts.
And now I am going to put before you
the best way of all.
Though I command languages both human
and angelic if I speak without
love, I am no more than a gong
booming or a cymbal clashing. And
though I have the power of prophesy,
to penetrate all mysteries and
knowledge, and though I have all the
faith necessary to move mountains
if I am without love, I am nothing.
Though I should give away to the poor
all that I possess, and even give up
my body to be burned if I am
without love, it will do me no good
whatever.
Love is always patient and kind; love
is never jealous; love is not
boastful or conceited, it is never
rude and never seeks its own
advantage, it does not take offence
or store up grievances. Love does not
rejoice at wrongdoing, but finds its
joy in the truth. It is always ready
to make allowances, to trust, to hope
and to endure whatever comes.
Love never comes to an end. But if
there are prophesies, they will be
done away with; if tongues, they will
fall silent; and if knowledge, it
will be done way with. For we know
only imperfectly, and we prophesy
imperfectly; but once perfection
comes, all imperfect things will be
done away with.
When I was a child, I used to talk
like a child, and see things as a
child does, and think like a child;
but now that I have become an adult,
I have finished with all childish
ways. Now we see only reflections in
a mirror, mere riddles, but then we
shall be seeing face to face. Now I
can know only imperfectly; but then I
shall know just as fully as I am
myself known.
As it is, these remain: faith, hope
and love, the three of them; and the
greatest of them is love.
*****
It seems to me that the symbolic
language used here is referring to
the necessity of moving beyond the
individual ego in order to experience
the feeling that we call LOVE.
N each paragraph, the teaching
revolves around the relinquishment of
the ego - no matter how intelligent,
or powerful an individual is, they
have and are nothing if they do not
surrender to communion.
I will end this now and look forward
to responding to the others gathered
in the group could you send us a
list of the other people, so we know
who we are communicating with?
I have included at the end, something
that I received via email from a
complete stranger I attach it here
because it was the email immediately
following yours asking me to write
about LOVE& .I thought the
synchronicity was quite astonishing
and shre it with you (even though it
is a bit silly& ..!!)
LOVE, Elizabeth
Love is the ame we give to a feeling to a mystery
Elzabeth Thompson |
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