La
sperimentazione artistica
in Guggenheim Public
Anita ci ha condotti a questa esperienza, ci ha "chiamati" qui, ci
ha voluti qui....perché ci autorappresentassimo nella nostra elaborazione
di amore...
Ci ha proposto una visione dell'amore differente.
Ci parla di amore come metodo, di amore come principio di integrazione... tra
persone, tra saperi, tra ricerche...
ma soprattutto tra modalità di comunicare....
Approcci diversi, posti uno accanto all'altro, in sede conviviale,
ma non per questo meno impegnativa, si esprimono nella spontaneità del
presente.
C'è chi preferisce comunicare idee consolidate, elaborazioni precotte,
ma l'attualità del dire che si dice dicendo, forza costantemente la
comunicazione invitandoci a metterci in gioco.
Integrazione è una parola che richiama il discorso ad uscire dagli schemi
per crearne di nuovi, in cui altri approcci siano contenuti.
Ma come ci si può integrare con il mondo degli altri se non si è abituati
ad un lavoro almeno semiconsapevole di integrazione interna?
Io credo che se ognuno di noi non ha già compiuto una sua, pur parziale,
integrazione interiore, mancherà a questo incontro.
Il progetto di Anita Sieff è decisamente portatore di forze dirompenti.
Propone l'amore come tema. L'amore come principio di integrazione, come metodo
che consenta il fluire della comunicazione, la rottura dello schema osservatore
osservato, l'uscita dalle forme egoiche difensive per incontrare quel tu nei
confronti del quale la nostra cultura ha eretto innumerevoli barriere.
E' uno sforzo notevole! Troppo spesso il confronto si traduce in una "erezione
mentale" di strutture concettuali che, pur nel loro potere di fascinazione,
si presentano chiuse ad un vero dialogo.
La storia di G.P. ci mostra il continuo sforzo di rompere modalità di
rapportarsi consolidate in strutture difensive, per istituirne altre più fluide.
Là dove, attraverso l'oblio di sé, si vuole liberare la soggettività da
se stessa e rinsaldare il legame tra uomo e uomo e tra uomo e natura.
Sandra Caroldi